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Studio Legale Avv. Gianfranco Briguglio

 

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Dell'Ucciardone, del tempo, dell'ergastolo e dell'ora d'aria.

14/11/2023 19:48

Avv. Gianfranco Briguglio

Vita da Avvocato,

Dell'Ucciardone, del tempo, dell'ergastolo e dell'ora d'aria.

La prima volta che misi piede all’Ucciardone, era, verosimilmente, il 2012. Ucciardone si è guadagnato da subito un posto speciale nel mio cuore...

 

 

Dell'Ucciardone, del tempo, dell'ergastolo e dell'ora d'aria.

 

 

 

La prima volta che misi piede all’Ucciardone, era, verosimilmente, il 2012. Ucciardone si è guadagnato da subito un posto speciale nel mio cuore: lì la sofferenza era mitigata dall’architettura borbonica, dall’imponenza delle mura che non sanno di cemento, che non sono grigie. All’Ucciardone le guardie sorridono, e alcune sono goffe nei movimenti come lo zio bonaccione che c’è in ogni famiglia, i detenuti che conducono i mezzi motorizzati sembrano il tuo corriere di fiducia. Ti sembra di essere tra gli isolati alberati di Roma Prati, anche se l’eleganza è un’eleganza diversa. 

Una cosa mi colpì, dell’Ucciardone: accanto alle circolari dimenticate e stratificate sui muri e nelle bacheche dai primi anni novanta, che si trovano, chissà poi perché, un po’ in tutte le case di reclusione, campeggiava nella sala Avvocati il calendario della Polizia Penitenziaria, fermo a febbraio 2005. Ora, garantisco che quella pagina non era prescelta per particolari meriti artistici: la foto è tagliata e composta male anche ad un occhio inesperto; è pure storta.

Sta di fatto che la prima volta che misi piede all’Ucciardone, quella pagina di quel calendario era lì da sette anni circa. Non ho mai saputo quale strano equilibrio, quale maledizione, quale superstizione, quale congettura astrale abbia fermato in quella sala il tempo a febbraio 2005, a quella foto bruttina. 

Negli anni, tante sono state le ipotesi balenanti: si trattava, forse, di un modo per ricordare l’Assistente addetto al calendario, morto nell’adempimento del proprio dovere; forse era l’agente ritratto ad avere una storia personale all’Ucciardone; forse, il cane ripreso era il migliore amico del Direttore dell’epoca; forse, la foto era stata scattata proprio lì, in un angolo a me ignoto nei giardini e nei passeggi Grand Hotel Ucciardone. 

Un giorno forse scoprirò perché marzo 2005 non è mai arrivato, in quella saletta Avvocati.

La prima volta che misi piede all’Ucciardone ero giovane, e quella pagina di quel calendario era lì. A confermarne la sacralità, accanto a quella pagina era ed è rimasto affisso un comune calendario, mutevole invece questo, anonimo e senza immagini, a scandire il tempo reale. Ma il comune e anonimo calendario nulla ha potuto sul tempo in quella saletta, ferma a febbraio 2005. Anche la mia seconda volta all’Ucciardone ero giovane, così come la terza e la quarta. Anno dopo anno ho frequentato l’Ucciardone e quella pagina di quel calendario non è mai cambiata.

Oggi sono tornato per l’ennesima volta, in questo ennesimo anno, all’Ucciardone, e ci sono entrato per la prima volta da Cassazionista, per forza di cose non più così giovane. Quella pagina di quel calendario mi ha accolto ancora una volta, a ricordarmi che il tempo passa, ma non passa del tutto tra le mura dell’Ucciardone, e che i traguardi sono traguardi, ma non possiamo avere certezza che siano mai stati tagliati davvero, perché ci sarà un angolo, all’Ucciardone o nel cosmo, nel quale sarai rimasto quello di prima, ingenuo se prima eri ingenuo, forte se prima eri forte, vivo se prima eri vivo, giovane se prima eri giovane. 

Quella pagina è immobile da diciotto anni. Per inciso, avevo più o meno vent’anni quando quella pagina instancabile ha preso servizio. Probabilmente quella pagina mi sopravviverà all’Ucciardone, e non avrò mai saputo perché.

Arriverà un Collega palermitano a svelare il mistero? Esisterà mai una giovane guardia penitenziaria di nome Artù, capace ad estrarre la spada dalla roccia, a voltare la pagina del calendario, a ristabilire l’ordine immutabile dei tempi? Esisterà un detenuto lavorante maldestro, che urterà il calendario facendolo rovinare in terra? E quel giorno, la nostra barba diventerà (ancora) più bianca, d’un tratto? Ne parlerà il TG? Si scuoteranno d’improvviso le anime in pena degli ergastolani, anche di quelli che non ci sono più, da quel febbraio del 2005 ad oggi?

Non lo avrò saputo mai, ma dal febbraio 2005 quella era, è e sarà, la mia vera, e imperitura, ora di libertà.

 

Credits: 

https://poliziapenitenziaria.gov.it/polizia-penitenziaria-site/it/galleria.page;jsessionid=E60145D17476FFD5EC187D9B7AA43787?contentId=GLM14612&modelId=40008

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